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lunedì 15 marzo 2010

Si riempiono le piazze d'Italia contro il governo Berlusconi. Per la democrazia, la legalità e il lavoro



UNITI SI PUO'

14 marzo 2010


Manifestazione
Si riempiono le piazze d'Italia contro il governo Berlusconi. Per la democrazia, la legalità e il lavoro centinaia di migliaia di elettori del centrosinistra rivedono sul palco i leader dei partiti che vinsero nel 2006 con Prodi

Il centrosinistra è tornato ieri finalmente unito in piazza per manifestare in difesa delle regole, in protesta contro il decreto salva- liste del governo ma anche per avanzare proposte su lavoro e ambiente in vista delle elezioni regionali del 28-29 marzo.
Sotto lo slogan "Democrazia, legalità, lavoro. Sì alle regole e ai diritti. No ai trucchi. Per vincere", dalle 14 in poi in piazza del Popolo si sono via via raccolte 200mila persone.
C'erano, per la prima volta dal 2008, anno del ritorno di Berlusconi al governo, tutti i leader delle formazioni politiche di opposizione ( fatta eccezione per l'Udc) insieme al cosiddetto "popolo viola". La prima a prendere la parola è stata Emma Bonino, capolista del centrosinistra nel Lazio.
Un ritorno dell'Unione, la vecchia alleanza elettorale che con la sua litigiosità fece cadere anzitempo l'ultimo governo Prodi? Forse, intanto è importante non ripetere gli errori di allora - è sembrato ammonire la folla che riempiva piazza del Popolo - nel momento in cui l'opposizione ritrova l'unità. Tante manifestazioni si svolte anche in altre piazze italiane.

Bersani (Pd): «Il governo mostra a tutti di poter fare quello che vuole. I canali di informazione sono invasi e condizionati fino all'imposizione del silenzio, e l'agenda di governo è sostanzialmente in mano a uno solo, che la occupa con leggi per sé e per i suoi. Berlusconi? Un capo del governo che fa tutto tranne che il suo mestiere. Ora è anche caporedattore del Tg1, come abbiamo visto in questi ultimi giorni».

Vendola (Sel): «Il racconto berlusconiano non funziona più. Dobbiamo rendere credibile la prospettiva dell'alternativa. Oggi in questa piazza il centrosinistra ritrova il proprio popolo, che per lungo tempo aveva smarrito. La politica deve dare speranza a chi non ne ha più: abbiamo il compito di risollevare in piedi l 'Italia stanca e sofferente. Abbiamo il dovere di risollevarla in piedi».

Bonelli (Verdi): «Berlusconi ha definito questa piazza una ammucchiata, ma non è il lettone di Putin: è una piazza che dà una grande prova di democrazia. Oggi abbiamo una grande occasione non per mettere in piedi un'alleanza elettorale ma per costruire un progetto di governi che affondi le sue radici nella legalità e nel rispetto delle regole».

Di Pietro (Idv): «Siamo in piazza per ricordare ai cittadini che la resistenza si costruisce insieme, anche tra coloro che la pensano diversamente. Più partiti si sono rimessi insieme, e questo significa che nei momenti di grande difficoltà ci si mette insieme, come fecero i nostri padri: democristiani, comunisti, repubblicani e socialisti. Allo stesso modo lo facciamo oggi, perché prima liberiamo il Paese dal fascista e piduista Berlusconi e prima potremo tornare a governare nell'interesse di tutti».

Bonino: «Questo non può essere il momento dello sconforto, ma quello della riscossa democratica e civile. Cittadine e cittadini, mi piace oggi chiamarvi così perché in questo vocabolo è racchiusa e sintetizzata la speranza e l'impegno che ci deve muovere nei prossimi giorni nonostante tutto ciò che abbiamo visto. Serve un nuovo inizio a partire dalla concezione della politica. Spero di rappresentare anche chi in passato ha votato altro ma ora sente come noi il bisogno di legalità, pulizia, rispetto delle regole, decenza e decoro istituzionale».

Nencini (Psi): «Il presidente della Repubblica non può essere un partigiano». Il segretario dei socialisti Riccardo Nencini, primo a parlare sul palco, ha scelto di dedicare un lungo passaggio del proprio intervento a siglare la pace con il Quirinale dopo alcune contestazioni arrivate in particolar modo dai dipietristi per la firma al decreto sulle regionali. Poi ha ripreso: «Un bel colpo d'occhio questa piazza, certo meglio di quella del predellino a Milano. Non è vero che la giustizia non funziona. Fate un bellissimo applauso al ministro Alfano che con grande rapidità ha già mandato gli ispettori a Trani».

Ferrero (Fed. sinistra): «Il problema è di fare uscire dalla manifestazione di oggi un movimento di massa contro Berlusconi. Dobbiamo spiegare le porcherie che il governo sta facendo su tutti i piani e rafforzare questo movimento di massa che vuole cacciare Berlusconi. Il problema va oltre le regionali e questa indignazione, questo orgoglio vanno resi quotidiani in tutte le città del Paese. Dovrebbe poi partire una campagna referendaria contro le leggi vergogna, da quelle sull'acqua al nucleare e all'attacco al lavoro».

Da Terra

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