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venerdì 29 ottobre 2010

{No nucleare Piemonte} Saluggia e Trino - Domenica 7 novembre








{No nucleare Piemonte} Saluggia e Trino - Domenica 7 novembre



LEGAMBIENTE - PRO NATURA - WWF - LAV - LIPU

Il Piemonte,
oggi come 23 anni fa,
dice no al nucleare


No ai nuovi
depositi nucleari


Domenica 7 novembre 2010
a 23 anni dal Referendum che bocciò il nucleare

ore 10 - Saluggia
ore 12:30 - Crescentino - Pranzo antinucleare collettivo
ore 17 - Trino



Legambiente del Vercellese
333-74.50.665

giovedì 28 ottobre 2010

prossimi incontri eco...logici




Dopo l'incontro di ieri sera 'NUCLEARE: UNA SCELTA SBAGLIATA', alla fine del quale si è proseguito con la raccolta di firme per la proposta di legge di iniziativa popolare: "SVILUPPO EFFICIENZA ENERGETICA E DELLE FONTI RINNOVABILI PER LA SALVAGUARDIA DEL CLIMA", riportiamo il programma aggiornato dei prossimi incontri eco...logici:

Venerdì 19 novembre 2010 ore 21

Alimentazione vegetariana e salute.

dott.ssa Michela De Petris dell'Istituto S.Raffaele di Milano


Mercoledì 24 Novembre 2010 ore 21

Analisi della legislazione regionale sull'utilizzo dei boschi per produrre energia.



Gli INCONTRI si terranno presso la sala "Monastero" dell'Hotel il Chiostro di Verbania Intra - via f.lli Cervi, 14

lunedì 25 ottobre 2010

«Se sparisce una specie rischia anche l’uomo»




Ricerca


«Se sparisce una specie rischia anche l’uomo»

di Stefano Miliani



Possiamo fare molto anche da cittadini. Per salvare la tigre, le altre specie a rischio, la natura e alla fine dei conti il genere umano. Massimiliano Rocco è responsabile del Wwf Italia per le specie. La tigre è minacciata dalla riduzione del suo habitat, la deforestazione, magari per coltivare. Come conciliare la difesa del felino in zone molto povere? «Con il turismo. È una fonte di reddito inesauribile. Guardiamo a parchi nazionali come il Corbett in India o il Citwan nel Nepal. Basti dire che il felino, tra indotto e o meno per l’avvistamento, vale un giro da centinaia di migliaia di dollari. Il discorso è integrare le comunità locali nell’economia legata alla tigre, far sì che sia una leva economica come l’orso per il nostro Parco d’Abruzzo». Perdere una specie cosa significa? «È la perdita di una ricchezza, etica ma è anche un serio pericolo per l’uomo. Stiamo perdendo la biodiversità, cioè la variabilità genetica, e bisogna sapere che moltissima farmacopea negli ultimi anni è legata a principi trovati in piante particolari. Come il Prunus Africana per la prostatite, dal Congo. Se lo sfruttiamo troppo, come facciamo, e non lo gestiamo, poi sparisce». Qual è la strategia del Wwf per salvare la tigre? «Si articola in tre punti. Primo: lavorare a livello culturale ed etico affinché non si usino più, come accade soprattutto nel sud-est asiatico, pelli, ossa e altre parti del corpo del felino. Secondo punto: tutelare e conservare le foreste ancora esistenti e collegare le varie aree affinché siano collegate per gli animali, perché le popolazioni che restano isolate col tempo spariscono. Terzo punto: contrastare direttamente sul campo il bracconaggio, oggi ci impegniamo nell’organizzare squadre anti-bracconaggio in tutto l’areale della tigre insieme ai governi e alle autorità locali, ma per realizzare questo programma servono milioni di euro». Dall’Italia, e dalle sue istituzioni, che sostegno avete? «Zero. Eppure consumiamo molto da quelle zone, olio di palma, legno, polpa di cellulosa, favorendo la distruzione delle foreste. Sfruttiamo senza pensare al domani, senza una politica di aiuti o sostegni per gestire quelle risorse». Da cittadini si può fare qualcosa, oltre che rispondere alla vostra campagna? «Certo. Non comprare le merendine con olio di palma, oppure prendere solo parquet certificato. E sono solo due esempi».

ROMA smiliani@unita.it

22 ottobre 2010

pubblicato nell'edizione Nazionale (pagina 37) nella sezione "Inchiesta"

venerdì 22 ottobre 2010

INCONTRI ECO...LOGICI 2° ciclo / NUCLEARE: UNA SCELTA SBAGLIATA




INCONTRI ECO...LOGICI 2° ciclo
"Parliamone insieme…"



Per la rinuncia di Noemi Diverio che per sopravvenuti impegni di lavoro non poteva essere presente, l'incontro di Merc. 27 sarà:

Mercoledì 27 ottobre 2010 ore 21 Hotel "Il Chiostro"


NUCLEARE: UNA SCELTA SBAGLIATA

Gli effetti del Nucleare sul territorio vercellese


Claudio Fecchio, Comitato antinuclearista piemontese
è stato ASSESSORE COMUNALE E PROVINCIALE DI VERCELLI, PRESIDENTE DELL'AGENZIA PER IL RISPARMIO ENERGERGETICO VERCELLESE E VALSESIANO.

Fausto Cognasso, Rete vercellese Antinuclearista



Nel corso della serata si RACCOGLIERANNO FIRME per la proposta di legge di iniziativa popolare: "SVILUPPO EFFICIENZA ENERGETICA E DELLE FONTI RINNOVABILI PER LA SALVAGUARDIA DEL CLIMA"


L'INCONTRO si terrà presso la sala "Monastero" dell'Hotel il Chiostro di Verbania Intra via f.lli Cervi 14

venerdì 15 ottobre 2010

Tedeschi contro il nucleare Verdi in vertiginosa ascesa




Tedeschi contro il nucleare Verdi in vertiginosa ascesa


Tedeschi contro il nucleare
Verdi in vertiginosa ascesa

di Gherardo Ugolini


I Grünen seconda forza politica della Germania e primo partito della sinistra tedesca? A qualcuno potrebbe sembrare uno scenario da fantapolitica, ma si tratta esattamente della realtà dei rapporti di forza fotografati oggi dai sondaggi. L’ascesa del partito ecologista da piccolo partitino monotematico e contestatore a movimento organizzato di massa non è cosa di oggi. La trasformazione si è consolidata nei primi anni del nuovo secolo sotto la guida di Joschka Fischer, ai tempi della partecipazione ai governi di Gerhard Schröder. Poi c’è stata la combattiva opposizione alla Grosse Koalition che ha fatto crescere i Verdi, guidati dal turco-tedesco Cem Özdemir e da Claudia Roth, fino al più che soddisfacente 10,7% riportato nelle elezioni politiche di un anno fa. Da allora le rilevazioni demoscopiche registrano un continuo e impressionante incremento. A 4 punti dalla Merkel L’ultimo sondaggio, realizzato dal centro ricerche Forsa per il settimanale Stern, è di ieri e dà i Verdi al 25%. Con ciò sarebbero il secondo partito della scena politica tedesca (a soli quattro punti di distacco dalla Cdu di Angela Merkel) e il primo partito dello schieramento di sinistra superando l’Spd di due punti percentuali. Non solo: un risultato del genere, se confermato nelle urne, darebbe a Verdi e Spd la possibilità di formare un governo rosso-verde alla guida del quale dovrebbe stare come cancelliere un esponente del partito più forte della maggioranza e dunque uno dei Grünen. Se poi questo incredibile trend dovesse continuare, chissà, tra qualche settimana gli ecologisti potrebbero diventare il primo partito in assoluto della Germania. Per il momento sono solo speranze fondate su indagini d’opinione. Inoltre le prossime elezioni politiche sono ancora lontane e molte cose possono cambiare. Ma le votazioni regionali incombono e per esempio nella città-stato di Berlino, dove si vota l’anno prossimo per il rinnovo del governo locale, i Verdi sono pronti a sfidare l’attuale giunta rossa-rossa (Spd e Linke) di Klaus Wowereit, la cui popolarità non è più solida come un tempo. La verde Renate Künast ha già annunciato l’intenzione di candidarsi alla carica di borgomastro e i sondaggi dicono che nella città-stato di Berlino i Verdi sarebbero oggi il primo partito col 30% contro il 26% dell’Spd. Formato per lo più da funzionari, insegnanti e professionisti, il partito verde ha cambiato profilo ripudiando il fondamentalismo delle origini. Il balzo dei consensi è alimentato principalmente dalla protesta contro il prolungamento fino al 2040 dell’attività delle centrali nucleari, decretata dal governo Merkel-Westerwelle e parsa a molti un cedimento scandaloso agli interessi delle grandi compagnie produttrici di energia atomica. Lo scorso 12 settembre Berlino è stata teatro di una poderosa manifestazione di massa contro il piano energetico del governo e lo slogan che più risuonava tra la folla era il vecchio «Nucleare? No, grazie», quello che i Verdi scandivano al loro apparire negli anni Ottanta. Ma c’è un’altra protesta che incanala consensi verso i Grünen: è quella diretta contro la costruzione della nuova megastazione ferroviaria di Stoccarda denominata “Stuttgart 21” e voluta fortemente dalla Cdu. Da mesi la gente scende in piazza per manifestare il suo dissenso verso questo faraonico progetto il cui costo si è gonfiato fino alla cifra di 10 miliardi di euro. E più volte la polizia è intervenuta contro i dimostranti con manganelli, spray tossici e idranti. Nella regione di Stoccarda, il ricco Baden- Württemberg, si voterà il prossimo marzo ed è assai forte il rischio che, grazie all’impetuosa avanzata dei Verdi, la Cdu perda dopo 53 anni la guida del Land. Per Angela Merkel sarebbe un colpo durissimo, forse addirittura letale per il proprio futuro politico e per quello del governo da lei presieduto.

BERLINO
ggerardo.ugolini@rz.hu-Berlin.de

14 ottobre 2010

pubblicato nell'edizione Nazionale (pagina 27) nella sezione "Esteri"

lunedì 11 ottobre 2010

«The Cove», documentario sulla mattanza dei simpatici amici marini: girato come fosse «Ocean’s Eleven»


NON SI UCCIDONO COSÌ I DELFINI
«The Cove», documentario sulla
mattanza dei simpatici amici marini:
girato come fosse «Ocean’s Eleven»


di Dario Zonta


Il cinema documentario deve liberarsi dalla dittatura del referente. Dittatura del referente, ovvero la cogente forza del contenuto sulla forma, la potenza ricattatoria del tema sulla possibile qualità del linguaggio cinematografico e dell’idea di messa in scena. Spesso, molti commentatori, sono caduti in questa trappola, e, abbagliati dalla «necessità» di un tema, hanno perso di vista la modalità della sua esposizione. È un atteggiamento figlio della tradizione televisiva del documentario, che va dal reportage al ritratto, spesso rozzo, ma efficace perché permette di scoprire i misteri del mondo oppure porta alla nostra pigrizia la conoscenza di fatti incredibili. Se il film è di denuncia, ecco che tutti i paletti cadono. The Cove di Louise Psihoyos è un documentario di denuncia sulla mattanza dei delfini in Giappone che tenta, senza molto successo, di riscattarsi dal «referente» attraverso la spettacolarità. Distribuito ora in homevideo dalla Feltrinelli, in un’edizione intensa e partecipe, con tanto di ampio libro che approfondisce i temi del film, curato da Caterina D’Amico, The Cove si muove sulla scia dei documentari americani d’effetto e d’azione (anche per questo ha vinto l’Oscar), che cerca di impaginare la sua indagine in una forma cinematografica accattivante come fosse un thriller d’azione, come fosse una nuova puntata di Ocean’s Eleven. LA MATTANZA Un gruppo di volontari e persuasi, capitanati da Ric O’ Barry (attivista contro la caccia ai delfini, un tempo allenatore del delfino della serie televisiva Flipper), cerca di penetrare nella baia a Taiji, nella prefettura di Wakayama, a sud di Tokio, per riprendere la mattanza dei delfini. L’impresa è tutt’altro che semplice, vista l’ostilità manifesta dei pescatori, della polizia e della mafia del luogo. Armati di telecamere digitali a infrarossi, di meccanismi sofisticatissimi (studiati con un ex ingegnere della società di effetti speciali di Spielberg) per piazzare delle video camere dentro rocce finte, e ancora con sonar e telecamere subacquee, i nostri riescono a riprendere la carneficina di delfini, uno spettacolo raccapricciante. Si tratta di un film a tesi e di denuncia: i delfini sono tra i mammiferi più intelligenti e sensibili, ed è orrendo uccidere i delfini. Tutto giusto. Eppure lo stesso stupore dovremmo averlo anche per la caccia al tonno o al pesce spada (documentata all’epoca da Vittorio De Seta in un film dal sapore antropologico). E invece no, perché tonni e pesci spada non sono così sensibili come i delfini (e anche perché la nostra cultura alimentare li ricomprende)! Allora, di cosa parliamo quando parliamo di uccisione di animali a scopo alimentare? Il discorso, in verità, è molto complesso e spigoloso, perché comprende vari ambiti, dall’etica alla tradizione culturale, e non è certo con uno spettacolare film d’azione americano che se ne esce convinti. Certo indignati, quando alla fine dovremmo vergognarci per tutto quello che viene fatto contro gli animali, non solo i delfini dagli occhi dolci.


dariozonta@gmail.com

10 ottobre 2010

pubblicato nell'edizione Nazionale (pagina 42) nella sezione "Culture"


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